Sa domu campidanesa: storia di un restauro di tipo conservativo
Curioso pensare che, mentre per i romani la"domus" era l'abitazione dei ricchi,
qui in Sardegna, "sa domu" è semplicemente la casa
La casa, nel campidano antico veniva costruita utilizzando di base pochi tipi di materiale tutti reperiti in loco. I mattoni crudi di fango (una buona miscela argillosa) e paglia detti ladiri o ladrini, le canne legate (sa cannizzada), oppure intrecciate (s'orriu), le travi in legno di castagno o di ginepro (is bigas), l'arenaria per le cornici delle finestre e il basalto come gradino nelle porte esterne o come apposentu cioè come seduta sul lato strada, ma anche utilizzato per le fondamenta.
Su ladrini veniva sistemato in modo da ottenere pareti spesse quanto il lato più lungo del mattone. Le aperture, sopratutto le finestre, sono di dimensioni ridotte: questo garantisce il mantenimento di temperatura e umidità interni pressochè costanti durante tutto l'anno.
La struttura, estremamente semplice, ha una variante sulla posizione della corte, antistante nel campidano sud e retrostante nel campidano nord. Pare che questa differenza fosse dovuta alla destinazione d'uso: esclusivamente per attività lavorative nel campidano nord di Oristano, per attività lavorative ma anche per la vita sociale nella zona più a sud. E' per questo che nei paesini di questa zona si possono ancora vedere, al lato delle porte di ingresso, dei massi squadrati che fungevano da panchine o anche allegre combriccole di anziani che, in estate, chiacchierano al fresco sulla porta di casa portanto le sedie (in mancanza dei blocchi di pietra) esattamente sulla sede stradale.
Sa Domu era più spesso a piano terra, le sopraelevazioni, su sostrunu, erano di norma adibite più ad ulteriori attività produttiva che al riposo delle persone.
Nelle case a corte retrostante l'ingresso si apriva direttamente verso la corte con su pottai, il portale, ma aveva anche un secondo ingresso direttamente dalla strada sulla stanza principale, s'au manna. Da questa si poteva accedere alle stanze, is cambaras, mediante porte laterali che spesso, nelle case di maggiori dimensioni, davano accesso a locali di passaggio, salottini o corridoi. Dalla parte opposta all'ingresso, su lato strada si aveva accesso a su stai, una zona di passaggio che raccordava s'au manna alla corte, alla cucina e all'accesso al piano superiore laddove presente. Nella cucina un camino e is forreddus, il vecchio "piano cottura" alimentato con la brace. Mentre all'esterno, affacciati sulla corte, i vari locali per il ricovero degli animali, lo stoccaggio dei prodotti, sa domu de su forru, la casa del forno (questa presente in tutte le case anche di piccole dimensioni rappresenteva la prima forma di cucina), e poi sa cantina, con le botti per il vino (is carradasa) che qui sono sempre di castagno
La tipologia strutturale de S'Omu è proprio quella appena descritta con la corte, nascosta alla vista dalla strada, che crea uno spazio ampio ma raccolto e riservato e che nelle notti serene, riparata dall'inquinamento luminoso mostra il cielo così com'è: un immensa trapunta di stelle.
La corte interna e i porticati coperti |
Attualmente lo spazio nell'area della corte ospita piante, angoli riparati per la lettura e il relax e lo spazio per il parcheggio. Lungo le pareti sono presenti vecchi abbeveratoi in pietra, una macina per il grano sempre in pietra e alcuni contenitori che erano usati per contenere l'olio.
Durante la ristrutturazione abbiamo potuto notare la stratificazione degli interventi, le aggiunte apportate nel corso della vita dei suoi abitanti. Il pavimento in piastrelle di cemento colorate (dette cementine e diffuse al principio del 1900), dove prima c'era solo la terra battuta. Le pareti intonacate e decorate con piccoli motivi dipinti a mano, ma anche sa bovida frassa o controsoffitto, realizzato con pannelli di canna intrecciata intonacati.
Veduta dal lato strada con portone principale e porta di casa |
La facciata durante i lavori di ristrutturazione |
La sala con camino "s'au manna" |
Da s'au manna, ora sala con camino, si accede ad alcune delle camere da letto, poste lateralmente rispetto la sala, e ad una stanza di passaggio più piccola, "su stai", che la collega con la cucina, l'accesso al piano superiore e la corte stessa.
Sono stati recuperati i locali che si affacciano sulla corte: "sa domu de su forru" (la casa del forno), la cantina, una grande sala da pranzo (ex cantina) e una saletta che ospita la vecchia macina per le olive, sa moa, il torchio e altri attrezzi legati alle attività agricole. I mobili originali sono ancora tutti presenti, così come alcune coperte tessute a telaio, i cestini, le attrezzature agricole, libri.
Il tetto è stato interamente ristrutturato mantenendo le travi in castagno e ginepro e le tegole originali. La parte interna è stata lasciata a vista sulle canne intrecciate (s'orriu).
Lavori di ristrutturazione |
Veduta interna della sala grande: travi originali, copertura in orriu, particolari della parete in ladrini o ladiri |
La vecchia cantina dove oggi c'è la sala grande |
All'interno, abbiamo optato per pareti bianche, che dessero luce, e per lasciare a vista le travi e s'orriu del soffitto. Laddove possibile sono state restaurate le finestre e le porte in legno, sia interne che esterne ed è stata mantenuta la disposizione degli ambienti interni salvo l'aggiunta dei bagni e del camino.
Particolare di una porta originale restaurata |
In una camera da letto: pavimento originale, coperta tessuta a telaio |
Le pavimentazioni sono quelle originali dell'inizio del secolo scorso. Al piano superiore il pavimento è in legno, mentre la scala, e alcuni altri elementi, sono stati realizzata artigianalmente in legno di ulivo proveniente dai nostri stessi oliveti.
Le parole/is fueddus
omu, domu, ommu, dommu: genericamente la casa
cuttilla: il cortile, il giardino, comunque una porzione di spazio all'aperto. Può anche indicare un piccolo spazio chiuso dedicato all'orto familiare e/o all'allevamento del pollame.
pottai: il portone
ghenna (de domu): la porta (di casa)
au manna: la sala (non presente in tutte le tipologie di casa campidanese)
bovida frassa: controsoffitto
stai: ingresso o disimpegno, stanza di passaggio. Può anche indicare una stanzetta adibita a ripostiglio o ricovero separata dall'abitazione.
domu de su forru: letteramente la casa del forno
orriu: è un pannello, di tradizione esclusivamente locale (i nostri sono stati realizzati A Milis), in canna intrecciata, da non confondere con sa cannizzada (pannello in canna legata utilizzata per le coperture in diverse zone della Sardegna)
ladrini (o ladiri): il mattone in terra cruda (fango e paglia)